Si è svolto a Civitavecchia (RM), dal 31 agosto al 5 settembre 2015, lo stage di volontariato che ha premiato 10 ragazze del Progetto VolontariAmo, tutte studentesse del Magistrale T. Gulli di Reggio Calabria.
Struttura ospitante la Comunità il “Ponte”, che ospita ragazze e ragazzi tra i 15 e i 22 di età compresa e il cui programma terapeutico prevede un cammino suddiviso in fasi: Accoglienza residenziale, Comunità residenziale, Reinserimento sociale residenziale, Reinserimento sociale non residenziale.
L’esperienza vissuta dalle 10stagiste si è collocata principalmente nella seconda fase del programma terapeutico, quello della Comunità residenziale, che punta ad avviare un processo di crescita personale dell’utente facendo in modo che questo riprenda in mano la propria vita facendo “esperienza” degli errori, reinserendosi in un gruppo comunitario che lo aiuti a comprendere l’importanza del rispetto delle regole, di se stessi e degli altri e indirizzandolo, favorendo anche il re-incontro con le figure significative della propria vita, verso una eventuale ripresa scolastica e verso lo sviluppo di competenze che permettano di inserirsi professionalmente in un futuro.
Obiettivo dello stage era potenziare le capacità delle giovani volontarie attraverso il confronto con un’altra realtà operante nel settore socio-sanitario, diffondere la solidarietà e la formazione alla cittadinanza attiva abbattendo le barriere del “giudizio” e del “pregiudizio”, e cogliere i valori fondamentali su cui si basa una vita comunitaria, grande o piccola che sia.
Le aspettative riportate dalle ragazze a inizio viaggio sono state sicuramente tutte legate all’esigenza di una crescita umana ed emotiva e al bisogno di fare un’esperienza che completasse il percorso di tirocinio già iniziato nell’ambito del Progetto VolontariAmo presso altre strutture locali (Ass. Piccola Opera Papa Giovanni, Coop. Sociale Libero Nocera, Ass. Pagliacci Clandestini e Cereso).
Sicuramente queste aspettative sono state accompagnate da tanta ansia determinata un po’ dal timore di confrontarsi con storie di coetanei con problemi di tossicodipendenza, abuso, abbandono. Ma la voglia di incontrare nuovi volti, la possibilità di aggiungere qualche sassolino sulla strada da loro percorsa e il desiderio di dedicare del tempo all’altro, ha permesso loro di mettersi in gioco anche se pur con qualche difficoltà iniziale. IMG-20150911-WA0000
Ciò che ne è venuto fuori è stato qualcosa di veramente speciale: un’integrazione di colori, di storie, di emozioni, un incontro di sguardi, di sorrisi e di abbracci, un confronto di realtà all’apparenza diverse ma nella sostanza molto simili.
L’esperienza ha permesso alle ragazze di acquisire e potenziare alcune competenze e qualità: essere puntuali, adattarsi alle esigenze del gruppo, rinunciare a qualcosa per il gruppo, saper lavorare in gruppo, non lamentarsi della fatica, confrontarsi senza utilizzare come strumento l’aggressività e il non ascolto dell’altro, donare attenzione all’altro, impegnarsi per costruire qualcosa di buona unendo le forze e integrando le specialità di ognuno…: contenuti, questi, trattati precedentemente anche nel corso di formazione, ma che si è riusciti ad acquisire meglio con la pratica e l’esperienza attiva.