Di Piero Surfaro

Melito di Porto Salvo ha nuovamente risposto presente quando è stata sollecitata ad aprirsi ai bisogni delle persone.

Nella serata del 6 gennaio, in occasione dell’inaugurazione dei locali della Casa Solidarietà “Teresa Dattola” aperta dal Ce.Re.So. (Centro Reggino di Solidarietà) numerose sono state le presenze di istituzioni e amici che non hanno voluto mancare di offrire, con la loro presenza, il sostegno pieno e gioioso all’inizio di una nuova realtà sociale avviata nella cittadina jonica.

Dopo molti mesi di lavoro la Casa della Solidarietà  “Teresa Dattola”, aperta grazie alla donazione della famiglia Jacopino-Dattola di un edificio e del terreno adiacente, alle 16,30 del 6 gennaio 2016 i cancelli si sono aperti e gli ospiti hanno avuto modo di vivere locali accoglienti resi vivi dall’impegno di numerosi volontari melitesi che nel corso dei mesi hanno offerto una piccola parte del proprio tempo per contribuire all’avvio di una esperienza che possa regalare un sorriso a chi credeva di essere solo per via degli errori commessi nell’arco della propria vita.

La presenza del Sindaco di Melito, ing. Giuseppe Meduri, e dell’assessore al welfare, dr.ssa Patrizia Crea, ha voluto rappresentare la vicinanza dell’amministrazione comunale melitese ad un’iniziativa che potrà fare solo bene ad un territorio troppo spesso tacciato di negatività a discapito delle numerose realtà sociali belle e operative che dal lontano 1974 silenziosamente e con grandi difficoltà regalano speranza e accoglienza a numerosi cittadini di Melito e dintorni.

L’impegno dei gruppo parrocchiali di San Giuseppe e dell’Immacolata, le attività di molte associazioni presenti sul territorio unito al lavoro instancabile del personale educativo del Ce.Re.So. ha dato vita ad una serata fatta di incontri, confronti e riflessioni accompagnati da sorrisi, musica e buon cibo.

La benedizione dei locali officiata da don Benvenuto Malara affiancato da don Domenico De Biasi e don Piero Catalano (presidente del Cereso) è stato il momento culminante che ha dato il via ad una realtà che vuole essere occasione di riscatto sociale per molti uomini e donne che dopo aver scommesso sulla possibilità di mettere in discussione uno stile di vita che li ha condotti sull’orlo del baratro adesso cercano il riscatto reinserendosi nella società offrendo il loro servizio e la loro capacità di risollevarsi.

“L’impegno profuso dal Ce.Re.So. – sostiene Lorenzo Di Raco, coordinatore terapeutico del Ce.Re.So. – è stato importante e fatto seguendo la nostra mission che è quella di valorizzare sempre comunque la persona e la sua capacità di risollevarsi da ogni caduta, ma senza l’aiuto delle parrochie, dei volontari di Melito e, soprattutto, senza l’immensa generosità della famiglia Jacopino-Dattola nulla di tutto ciò di cui oggi godiamo sarebbe stato possibile. Fin da subito saremo operativi per garantire possibilità nuove a chi ne avrà bisogno nel pieno rispetto della persona”.

Melito ancora una volta si dimostra fucina di realtà positive.

Dal 1974 da quando è nata la prima realtà sociale fortemente voluto dal compianto e mai dimenticato don Italo Calabrò nel territorio del basso Jonio reggino esiste una rete sociale che silenziosamente si sostiene si alimenta nella motivazione per rispondere ai bisogni di minori, disabili, anziani, nuovi poveri e, oggi, tossicodipendenti che hanno solo ed esclusivamente il diritto ad essere considerate persone al pari di tutti.