E’ il luogo in cui si elaborano progetti individualizzati che rispondano alle caratteristiche personali e a quelle determinate dalla tipologia di dipendenza. Sono accolti in percorsi diurni uomini e donne con problematiche di dipendenza patologica e loro familiari.

Il servizio nasce nel 1992 nell’ immediata periferia di Reggio Calabria, con l’obiettivo di offrire ai giovani tossicodipendenti presenti sul territorio reggino un’occasione di contenimento e allontanamento dalla strada. Negli anni il servizio si è modificato aprendosi alla diverse realtà di dipendenza presenti, con una particolare attenzione anche alle giovani madri.

Presso il centro semiresidenziale, pertanto, vengono erogati i seguenti servizi:

1. CENTRO DI ASCOLTO E ORIENTAMENTO “Carlo Pizzi”: a cui possono rivolgersi: minori, giovani e adulti di entrambi i sessi e famiglie che, non riuscendo più a dare una risposta ai problemi legati ad una situazione di disagio, chiedono aiuto agli educatori.

Il contatto con il centro può avvenire telefonicamente o recandosi direttamente in struttura. Il percorso di orientamento è strutturato in 4 incontri che hanno l’obiettivo di:

–  accogliere e decodificare la richiesta di aiuto (1° colloquio): nel colloquio di conoscenza l’educatore ascolta i motivi che hanno condotto la persona a dovere chiedere aiuto, reperisce le informazioni personali e anamnestiche che il soggetto è in grado di fornire, cerca di creare un’alleanza terapeutica che consenta all’utente di fidarsi e andare avanti nel percorso intrapreso;

–  valutare lo stato di salute e le condizioni psicologiche individuali (2° e 3° colloquio): in questa fase il soggetto viene sottoposto a consulenza psicologica e/o psichiatrica e redige una batteria di test che hanno l’obiettivo di fornire elementi concreti per la definizione della diagnosi psicologica e della dipendenza.

–  offrire una risposta adeguata attraverso un colloquio di restituzione (4°colloquio): in questo incontro la persona, e i familiari che la accompagnano, ricevono una restituzione circa il portfolio di informazioni raccolte e una proposta di aiuto ritenuta maggiormente valida e opportuna per il trattamento delle problematiche emerse. Ciò può riguardare la presa in carica diretta presso il centro semiresidenziale, o l’inserimento presso la comunità terapeutica o l’invio ad altre strutture e/o servizi.

2. PROGRAMMA DIURNO PRESSO SERVIZIO SEMIRESIDENZIALE

L’equipe multidisciplinare orienta al percorso diurno  i soggetti che abusano in modo particolare di sostanze ricreazionali  e cocaina, dipendenti da gioco o pluriricaduti già in trattamento al Ser.T. Si accede al percorso diurno dopo avere verificato l’esistenza di alcuni presupposti che fungano da conditio sine qua non. ovvero:

–  Il soggetto dipendente non è solo ed è accompagnato da familiari che si assumono, in sede di orientamento, l’onere di accompagnare e verificare l’andamento della persona in programma

–  La tipologia di dipendenza e/o la sostanza d’abuso non richiedono assistenza nella fase di disintossicazione e astinenza.

Il centro diurno si propone di raggiungere i seguenti obiettivi generali:

–  l’allontanamento dalla strada con strategie di contenimento;

–  il monitoraggio delle condizioni di salute;

–  l’apprendimento di nuove competenze sociali e relazionali che possano aiutare il soggetto a cambiare stili di vita non salutari.

Il centro è aperto dal lunedì al sabato, dalle ore 8.30 alle ore 17.00. Il percorso è fortemente individualizzato e flessibile. L’utente afferisce al centro per colloqui personali con gli educatori, gruppi di auto aiuto, attività ludiche e culturali, seminari informativi, colloqui psicologici.

3. FASE DI REINSERIMENTO SOCIALE

Afferiscono al servizio semiresidenziale don Tonino Bello gli utenti che terminano la fase residenziale in  comunità, con l’obiettivo di fungere da ponte tra la comunità, ambiente protetto presso il quale la persona ha potuto riesaminare la propria vita, e il mondo esterno nel quale l’utente deve tornare, più consapevole delle proprie fragilità, ma anche delle proprie risorse.

Nella fase di reinserimento sociale, l’utente deve potere verificare gli obiettivi raggiunti nel percorso individualizzato attraverso la messa in atto di comportamenti congruenti con quanto realizzato. La verifica avviene attraverso gruppi e colloqui personali.

4. DIPENDENZA DA   GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO (GAP)

Presso il centro semiresidenziale don Tonino Bello è attivo un servizio per il trattamento delle persone dipendenti da gioco d’azzardo patologico.

Il centro offre un intervento ampio che prevede, oltre al supporto al giocatore e un percorso terapeutico specifico, anche la possibilità di accedere a servizi gratuiti di consulenza legale e finanziaria.

Il percorso pone particolare attenzione al coinvolgimento dei familiari, sia per la definizione della situazione debitoria, sia per il confronto e la verifica del trattamento. I familiari vengono convocati dall’equipe educativa sia nella fase iniziale di raccolta dati, sia in quella intermedia, che nella restituzione e nella proposta educativa che è la risultante di tutta la fase preliminare.

Il contratto terapeutico sancisce l’avvio del percorso di recupero. In esso vengono indicati gli obiettivi personali da raggiungere, le metodologie educative individuate, i tempi e gli strumenti per verificare l’andamento del programma. La persona, il familiare e l’educatore si assumono la responsabilità di portare avanti il progetto per quanto di propria competenza.

Il trattamento prevede che l’utente afferisca al servizio tre volte alla settimana, per:

– colloqui personali: orientati al counselling motivazionale, alla ricerca delle cause e delle possibili strategie di cambiamento, alla verifica personale di percorso.

– gruppo di auto-aiuto: che ha l’obiettivo di facilitare la creazione di legami di solidarietà e supporto tra soggetti affetti dallo stesso problema.

Il familiare che si assume la responsabilità di accompagnare la persona nel percorso viene incontrato dall’educatore referente ogni due settimane per il monitoraggio del percorso individuale. E’ previsto inoltre che i familiari partecipino a un gruppo mensile, alla presenza del medico e dell’educatore-facilitatore. Il gruppo ha l’obiettivo di evidenziare le dinamiche disfunzionali, permettendo ai partecipanti di elaborare nuove strategie di comunicazione e problem solving.

La dimissione dell’utente avviene in media dopo un anno di trattamento, durante il quale la persona elimina o riduce il gioco, riesce a ricostruire le relazioni sociali e a riconquistare gradualmente la propria autonomia,

Si prevedono periodici follow up per il monitoraggio dello stato di salute.

La famiglia compartecipa al percorso secondo le modalità concordate con gli operatori di riferimento.