Si è svolto nella mattina del 27 novembre 2019 presso l’aula magna dell’Istituto Familiari di Melito Porto Salvo un incontro di promozione del benessere di prevenzione all’uso/abuso di alcol dal titolo “Sobrio e son desto”. L’attività formativa, realizzata grazie all’interesse del prof. Vincenzo De Pietro, ha coinvolto più di 150 studenti delle IV e V dell’Istituto Superiore e ha previsto la partecipazione di due classi della scuola secondaria di primo grado che sono state accompagnate dai loro docenti.

Un incontro realizzato dall’educatrice del CERESO Lidia Caracciolo, accompagnata da tre giovani volontarie del servizio civile, che non ha voluto essere solo un’occasione per veicolare informazioni corrette sulla dipendenza da alcol, ma in particolare ha voluto creare spazi di coinvolgimento attivo degli studenti, proponendo attività partecipate e confronto diretto sui temi proposti. In un tempo in cui basta un click per conoscere  in brevissimo tempo le informazioni relative alle conseguenze dell’abuso e i percorsi di dipendenza, abbiamo voluto affrontare l’argomento cercando di sollecitare gli studenti in un processo critico di riflessione e lettura della realtà in cui loro stessi vivono. L’alcol in particolare, nel suo uso diffuso che rientra ormai in alcuni rituali che spesso i giovani vivono con naturalezza e bassa allerta, è solo il campanello d’allarme di una generazione che ha sempre più difficoltà a leggere ciò che vive dentro, che riesce con fatica a dare nome alle emozioni percepite talvolta in modo prepotente e distruttivo.

Diventa quindi assolutamente fondamentale pensare tutti gli interventi a favore dei ragazzi e giovani mettendo al centro proprio il mondo emotivo che oggi è schiacciato da processi di omologazione e esaltazione della realtà virtuale a scapito della relazione “occhi ad occhi”. I nostri giovani hanno bisogno di essere accompagnati, di essere presi per mano per esplorare quegli spazi emotivi che se non conosciuti, accolti ed espressi, possono generare disagio.
La dipendenza è quindi intesa come la punta di un iceberg che ha nel suo sommerso tante inquietudini che magari  la persona non ha avuto gli strumenti utili per saperle affrontare.

Gli studenti presenti all’incontro avevano ben chiare le particolari  conseguenze dell’abuso di Alcol. Sapevano bene che non è conveniente mettersi alla guida dopo aver bevuto per non mettere a repentaglio e la propria e altrui vita. Quello però che è emerso è che hanno chiaramente bisogno di spazi in cui potersi esprimere  senza paura del giudizio, recuperando la fiducia nel mondo adulto che in questo tempo sembra essere incapace nel dare vicinanza e sostegno. Siamo consapevoli che le abitudini sociali legate all’uso di alcol non possono essere di un tratto modificate… (continueranno a fare scorta di alcol nelle gite, gli “stappi” notturni per festeggiare il diciottesimo compleanno, i drink nei locali di intrattenimento notturno… ) possiamo però offrire ai giovani quegli strumenti utili per saper scegliere, per imparare a rispettare il limite che in fondo sanno già dove è bene collocare. I nostri giovani sono persone con tante qualità, ma hanno bisogno di essere educati a conoscere il proprio mondo emotivo per evitare di trovarsi a voler sperimentare metodi di autocura (abuso di alcol, cannabis, dipendenze comportamentali…) che hanno delle conseguenze non positive sulla crescita personale di ciascuno.