3.Ottobre.2016 La comunità terapeutica del CERESO accoglie i giovani della Gifra (Gioventù Francescana) di san Martino (RC) che da anni ormai scelgono di trascorrere delle giornate di servizio e di scambio esperienziale con i residenti. Questa volta a rendere ancora più significativo questo momento oltre al parroco don Pino abbiamo avuto la gioia di avere tra di noi S.E. Mons. Milito, vescovo della Diocesi di Oppido Palmi.

Di seguito alcune risonanze della giornata…

Vivere nel gruppo. Sentirsi parte di questo. Conoscere il lato positivo di questa umanità che corre sempre di più veloce, vivere i momenti importanti della vita, che sono fatti di semplicità e di piccole cose. Un sorriso, un abbraccio, una parola detta con amore. Due orecchie che ascoltano con interesse, e senza un fine ben preciso. Questo è stato per me l’esperienza con i ragazzi e le ragazze della GIFRA di san Martino. Persone che hanno scelto come missione della loro vita, di dedicarsi all’altro, al prossimo, prendendo come insegnamento la vita di San Francesco d’Assisi; questo personaggio della storia che viveva , appunto, di semplicità e di rispetto verso il creato. Bene, aver conosciuto e condiviso delle emozioni sincere con persone così , ha fatto crescere in me quella speranza che da tempo aveva dimenticato, e cioè che si può avere fiducia nell’altro, che c’è ancora qualcuno che tiene a noi come persone. Un particolare grazie lo voglio fare a Maria, che anche se ci conosciamo da poco, la considero una persona bellissima, piena di valori e di grande sostegno per questa casa. Grazie a lei ho avuto il coraggio di superare le mie barriere e mettermi a fare delle cose che credevo impossibili per me. Grazie anche al vescovo di Oppido-Palmi, a Don Piero, a Marcello, che con le loro parole e i loro gesti ci hanno regalato dei bei momenti di confronto e di speranza. Grazie anche a Don Francois che ci sta sempre vicino ed ha sempre una parola di confronto per tutti noi.

 

“ È stato emozionante vedere il vescovo giocare insieme a noi, mettersi al centro del cerchio e fare la montagna. La sua semplicità come persona mi ha colpito molto. La saggezza delle sue parole mi è rimasta come un marchio. Sentirlo chiamare zio Ciccio dai ragazzi della GIFRA, mi ha fatto capire quanto sia importante per loro al di là della carica che copre. Io penso che le persone così sono speciali, perché hanno il grande dono di farti riflettere, e di farti sentire parte di un unico grande disegno. “ Paolo C.