Bando: Bando Volontariato 2015 – Reti Locali

TITOLO PROGETTO: DAL CIRCOLO IN CIRCOLO

Il progetto si è avviato il 7 febbraio 2017 COMPONENTI DELLA PARTNERSHIP Soggetto responsabile: CERESO -Centro Reggino di Solidarietà – Associazione di Volontariato Artinsieme – Associazione di volontariato Associazione Nuova Solidarietà – Associazione di volontariato Centro Comunitario Agape – Associazione di volontariato Giovani Domani – Associazione di volontariato Il Tralcio – Associazione di volontariato   Il comune di Reggio Calabria ha dato formale adesione al progetto.

  Abstract del Programma di sostegno Le associazioni proponenti intendono facilitare la messa in comune di risorse e strumenti già collaudati nelle singole associazioni per coinvolgere in maniera attiva altri enti, cittadini, istituzioni, nuovi volontari, per contrastare il fenomeno del gioco patologico attraverso una serie di azioni che contrappongano all’ambiente chiuso e buio delle sale da gioco, la socialità della piazza, riqualificandone l’ambiente e curando gli spazi comuni. Attraverso la metodologia del Laboratorio, saranno realizzate attività formative, di sensibilizzazione e coinvolgimento, di riqualificazione. Si realizzerà una banca del servizio, su piattaforma on line, in cui i volontari coinvolti e i cittadini saranno invitati a investire il loro tempo al servizio della piazza o delle stesse associazioni. Il programma rappresenta un modo propositivo di denunciare e contrastare un fenomeno che sempre più rende più povere le persone e i nuclei familiari, e nutre sacche di criminalità organizzata. Il programma di sostegno si muove per consentire alle associazioni di offrire il contributo alla costruzione di una comunità più attenta ai fenomeni che avvengono nel territorio, facendo leva sulle peculiarità delle attività ciascuna associazione e sulla capacità di accompagnare persone fragili (giovani, persone con disabilità, soggetti dipendenti) e renderli autonome, oltre che sulla loro capacità di fare rete con il territorio. Il Gioco Patologico riguarda tutti in un contesto sociale poiché minaccia le famiglie, il senso della legalità e chiude i problemi all’interno di luoghi bui. Non c’è, ancora, uno stigma sociale, ma la persona che cade vittima del gioco, trascina con sé tutto. A giocare sono spesso le persone più povere, i giovani, i padri di famiglia. Con il programma si intende generare partecipazione, promuovere l’alternativa del protagonismo al fatalismo.  

OBIETTIVI

 A- Obiettivo: potenziare e consolidare la rete di volontariato fra le associazioni

Azioni previste:

A1 –Formazione (5 mesi) comune sui temi del volontariato, della cittadinanza attiva, del fenomeno del GAP e delle dinamiche di impoverimento, animazione. Tutti i volontari appartenenti alla rete di associazioni preponente del progetto e altri volontari esterni saranno coinvolti in un’azione formativa che punta ad aumentare la consapevolezza che il gioco patologico ha ripercussioni negative sui legami di comunità e che il volontariato, che punta a processi di coscientizzazione e coinvolgimento delle persone, riesce a diventare un valore in più su cui “giocare” i propri valori e non i propri soldi. Sarà strutturato un percorso di formazione itinerante presso le sedi delle associazioni in modalità laboratoriale rivolto a N°60 soggetti, formato da n° 6 incontri a cadenza quindicinale della durata di 3h cad.. Sono previsti momenti di socializzazione esterna e di comunicazione dell’attività.

A2-Banca del servizio (17 mesi) i volontari coinvolti e i cittadini saranno invitati a investire il loro tempo al servizio della piazza o delle stesse associazioni. Tutti coloro che saranno coinvolti nel progetto nelle attività di laboratorio riceveranno una moneta che rappresenterà il valore che vorranno scambiare in servizio a favore o delle associazioni o della cura della piazza stessa che sarà “adottata” dall’associazione stessa.  

B- Obiettivi:

  • Facilitare e potenziare le relazioni fra soggetti vulnerabili;
  • qualificare spazi comuni e restituirli alla responsabilità delle associazioni/cittadini/comunità;
  • contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo patologico.

Azioni previste:

B1 –Laboratori (14 mesi) Attraverso l’azione del Laboratorio sarà possibile coinvolgere persone con disabilità, soggetti dipendenti e giovani a rischio di devianza sia per le attività gestione del Laboratorio di riqualificazione sia nelle testimonianze dirette. Le piazze abbandonate saranno oggetto di una riqualificazione partecipata secondo le aspettative dei cittadini e delle associazioni che allestiranno spazi di socializzazione e di cura dell’ambiente circostante. Oltre che in stato di abbandono si è registrato in quei luoghi il proliferare di sale gioco che hanno sostituito vecchie botteghe e piccoli negozi. Pur con la consapevolezza che è difficile incidere direttamente sul flusso dei clienti delle sale gioco si intende, attraverso attività di laboratorio esterno e riqualificazione, attirare l’attenzione sul messaggio della relazione sociale come investimento per il bene comune e non l’investimento dei soldi per un gioco a perdere. Al privè della sala gioco si contrappone l’agorà delle relazioni e del bello ottenuto con le proposte e il lavoro dei cittadini. In tali laboratori insieme ai volontari gli utenti del CeReSo avranno un ruolo attivo di testimonianza diretta, mentre i giovani di Artinsieme saranno gli animatori dei laboratori creativi. Si immagina una carovana di associazioni (ogni associazione curerà il proprio spazio associativo con informazioni, ascolto ecc) che si ferma nelle piazze con appuntamenti specifici e realizza il laboratorio.

I laboratori si svolgeranno nelle seguenti piazze: Piazza Stazione a mare (Pellaro); Rione Marconi, Piazza Castello; Piazza Sambatello, Piazza antistante il Centro di Aggregazione (Arghillà), Piazza Dante (Catona).   C- Obiettivo: Sensibilizzare e coinvolgere la comunità d’appartenenza

Azioni previste: C1- Meeting (25 mesi) Attraverso incontri con le Istituzioni, enti diversi, gruppi presenti sul territorio in cui saranno effettuati gli interventi di recupero. I volontari formati e coordinati dal personale delle associazioni struttureranno una serie di incontri di sensibilizzazione al fine di coinvolgere i soggetti che “vivono” il territorio di riferimento per renderli protagonisti nella co-progettazione del laboratorio di recupero della piazza. La comunità dei cittadini sarà chiamata a realizzare assieme ai responsabili del progetto un’azione di monitoraggio del cambiamento.

 IMPATTO SOCIALE SUL TERRITORIO Le zone individuate per l’intervento hanno tutte almeno una sala giochi o un bar o un tabacchino in cui poter “investire” il proprio denaro. Attraverso l’attività di Formazione e Laboratoriale e quindi il “FARE insieme”, la rete intende condividere un nuovo mandato utilizzando quello che nella mission istituzionale ogni associazione possiede: la relazione educativa, il lavoro con persone fragili, le competenze comunicative, la conoscenza del mondo giovanile e del disagio, le reti di livello nazionali di collegamento, al fine di generare un circuito virtuoso nel territorio. La Banca del servizio produrrà valore e reciprocità. Il filo conduttore è: “nel gioco, se va bene, vinco io… se invece investo i miei talenti a servizio della comunità, vinciamo tutti”. Questa è la logica della Banca del Servizio che intendiamo avviare, un luogo di relazioni, di scambi di reciprocità dove le associazioni possono incontrare nuovi volontari e anche metterli in rete, ma anche dove anche i nostri ospiti dei servizi possano sentirsi valorizzati come risorsa e non come problema, perché parte integrante del progetto. Sei Piazze restituite alla collettività, curate e ripensate dalla stessa comunità coinvolta attraverso l’attività di coinvolgimento e progettazione, con materiali di riciclo e con la filosofia dei materiali poveri, sono un segno per la città.   Le piste progettuali immaginate puntano sulla effettiva valorizzazione di ogni soggetto coinvolto, riconosciuto come componente e risorsa essenziale dell’intero sistema, che si realizza pienamente nell’ottica di un consolidamento della motivazione personale, nell’attenzione ai bisogni del territorio, nel potenziamento di competenze e metodologie di intervento, nel coinvolgimento in dinamiche di partecipazione e responsabilizzazione sociale e civica. L’investimento che in quest’ottica verrà a realizzarsi, si tradurrà inevitabilmente in un innescarsi di processi virtuosi che pongano al centro i soggetti coinvolti nella loro potenzialità di risorse e che, proprio per questo, valichino così i limiti temporali tracciati dal realizzarsi delle azioni progettuali.